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Uno degli obiettivi principali del nostro laboratorio è creare robot collaborativi intelligenti che possano lavorare a fianco delle persone nell'industria, nella sanità e in vari settori dei servizi.

In questa foto sto lavorando a MOCA, che sta per mobile collaborative robot assistant. Crediamo che questo sarà uno dei robot del futuro.

Nell'automazione classica, i robot eseguono serie specifiche di compiti, e il loro adattamento a nuovi ambienti è quasi impossibile. Stiamo invece cercando di creare sistemi robotici collaborativi e sicuri, in grado di percepire l'ambiente, reagire ad esso e interagire con gli esseri umani. L'obiettivo è migliorare le modalità di esecuzione dei compiti, ma anche aiutare i lavoratori a svolgere i lavori di routine che possono causare affaticamento fisico e mentale.

Utilizziamo robot collaborativi, intelligenza artificiale e simulazioni digitali di esseri umani per aiutare i lavoratori a svolgere le attività in modo più ergonomico e produttivo. Il robot può aiutare a svolgere un compito in una postura che riduca al minimo il rischio di disturbi muscoloscheletrici, che sono la principale causa di infortuni sul lavoro. Stiamo lavorando a un'idea simile sui modelli cognitivi, creando sistemi per monitorare la perdita di attenzione, l'ansia e i livelli di stress delle persone, in modo che anche i robot possano adattarsi a questi fattori in tempo reale. Si può avere una giornata storta, in cui si è più lenti e si commettono più errori. Il robot dovrebbe essere in grado di capirlo e di rispondere di conseguenza.

In termini di precisione, ripetitività e riduzione degli errori, i robot hanno prestazioni migliori degli esseri umani. Ma non possiamo aspettarci che i robot siano innovativi. Se un robot può occuparsi della parte più faticosa e ripetitiva, o di quella fisicamente impegnativa, l’essere umano può dedicare il suo tempo a creare nuove idee, trasferire conoscenze e contribuire al miglioramento dei processi. Il ruolo umano è sempre centrale in questa interazione.

Il nostro laboratorio si occupa di ricerca di base, cercando di capire quali tecnologie innovative ne possono derivare. Lavoriamo su queste idee e le portiamo a un certo livello di maturità tecnologica, in modo da poter iniziare a valutarle in ambienti realistici.

Ho un gruppo molto giovane e internazionale di ricercatori con formazione multidisciplinare. Siamo circa 35 persone provenienti da sette Paesi. Sono anche orgoglioso di essere riuscito a riportare qui ricercatori italiani che lavoravano nel Regno Unito, in Austria e altrove. So quanto sia difficile per un Paese perdere le proprie risorse.

In Iran ho studiato ingegneria biomedica e poi ho conseguito un master in sistemi di controllo e teoria del controllo. Mi sono avvicinato alla robotica durante il dottorato di ricerca, un programma congiunto tra l'Università di Pisa e l'IIT.

Spesso si sente dire: "Se qualcosa può essere automatizzato, dovrebbe essere automatizzato". Non sono d'accordo: se si automatizza tutto, si perde il senso dell'originalità. L'automazione è importante, ma il miglioramento è possibile solo se facciamo in modo che questi sistemi restino incentrati sull'essere umano.